Le avventure di Calogero Rabbit – 3° episodio: Il furto del gioiello scintillante - Tutto Favole (Favole e Fiabe)

Era una giornata tranquilla a Balandia, e la città si preparava a un evento molto speciale: la prima di uno spettacolo teatrale con la celebre attrice Tea Dei Vicoli. Tea era famosa in tutta la città per la sua bellezza e il suo talento. Il teatro era stato addobbato con festoni e luci, e i biglietti per la serata erano andati a ruba. Ma dietro le quinte, un altro tipo di spettacolo stava per avere inizio.

Calogero Rabbit, seduto al suo solito tavolino al Caffè dell’Angolo, stava gustando un tè al miele e leggendo il giornale, quando una notizia catturò la sua attenzione. Eugenio Depen, il famigerato ladro che da mesi sfuggiva a ogni tentativo di cattura, era tornato in azione. E questa volta, il suo obiettivo sembrava essere la Gemma Scintillante, un prezioso gioiello che Tea Dei Vicoli avrebbe indossato per la sua serata.

Calogero sapeva che Eugenio Depen era un criminale astuto e imprendibile. Non lasciava mai tracce e sembrava sempre sapere come eludere la polizia. Ma questa volta, Calogero sentì che aveva una possibilità di catturarlo.

Proprio mentre si preparava a uscire dal caffè, il telefono squillò. Era Frida Volpe, preoccupata. “Calogero! Ho appena sentito che Eugenio Depen è in città! Dicono che voglia rubare la Gemma Scintillante di Tea Dei Vicoli!”

Calogero sorrise. “Non preoccuparti, Frida. Sarò al teatro prima di lui.”

In poco tempo, Calogero era già davanti al teatro, osservando l’entrata principale. Gli spettatori si stavano radunando, tutti ansiosi di vedere lo spettacolo. Ma Calogero sapeva che, tra di loro, poteva esserci Eugenio Depen, pronto a colpire.

All’interno del teatro, Calogero fu accolto da Tea Dei Vicoli in persona. La volpe, elegante come sempre, lo salutò con un sorriso affascinante. “Oh, Calogero! Sono così felice che tu sia qui. Ho sentito delle voci su questo ladro, Eugenio. Non voglio che la mia Gemma Scintillante finisca nelle sue mani.”

“Non temere, Tea,” rispose Calogero, con un sorriso rassicurante. “Vigilerò durante tutto lo spettacolo. Se Eugenio Depen è qui, lo smaschereremo.”

La Gemma Scintillante era una collana rara, con un diamante che brillava come mille stelle. Tea la indossava con orgoglio, ma sapeva bene che attirava troppa attenzione. E quel tipo di attenzione non era sempre positiva.

Lo spettacolo iniziò, e mentre Tea brillava sul palco, Calogero si aggirava dietro le quinte, osservando ogni angolo del teatro. Studiava i movimenti degli spettatori, cercando di individuare qualcosa di sospetto. Ma nulla sembrava fuori posto.

A metà dello spettacolo, però, accadde qualcosa di insolito. Le luci del teatro si abbassarono improvvisamente, e una strana nebbia iniziò a diffondersi dalla zona del backstage. Calogero, all’erta, sapeva che quello poteva essere il segnale di Eugenio Depen.

Si avvicinò rapidamente al camerino di Tea, dove la Gemma Scintillante sarebbe stata riposta dopo la sua uscita di scena. Ma quando arrivò, trovò la porta aperta e una figura sfuggente che si muoveva nell’ombra.

“Fermati!” gridò Calogero, correndo verso l’intruso.

La figura si girò, rivelando un volto mascherato: era Eugenio Depen in persona! Con un ghigno, il ladro afferrò la Gemma Scintillante e corse verso la finestra aperta.

Calogero non perse tempo. Balzò verso Eugenio, cercando di bloccarlo prima che potesse scappare. Ma Eugenio era veloce e agile. Saltò fuori dalla finestra, atterrando con un rotolo perfetto sul tetto di una carrozza che lo attendeva.

Ma Calogero non si arrese. Con la sua solita calma, uscì dal teatro e, invece di inseguire immediatamente il ladro, studiò l’ambiente. Sapeva che Eugenio era intelligente, ma Calogero lo era ancora di più. In quel momento, vide un piccolo indizio che Eugenio aveva trascurato: un biglietto caduto dalla sua tasca durante la fuga. Sul biglietto c’era un indirizzo.

Calogero sorrise. “Forse Eugenio è imprendibile per gli altri, ma non per me.”

Seguendo l’indizio, Calogero si diresse verso il vicolo oscuro dove Eugenio aveva il suo nascondiglio. Con attenzione, si avvicinò silenziosamente, senza farsi notare. Sentiva i movimenti del ladro all’interno di una piccola bottega abbandonata.

Senza fare rumore, Calogero aprì la porta e trovò Eugenio che stava ammirando la Gemma Scintillante, ridendo di quanto fosse stato facile il furto. Ma il ladro non si accorse dell’arrivo di Calogero fino a quando non fu troppo tardi.

“Eugenio Depen,” disse Calogero con tono fermo, “è la fine della tua carriera.”

Il ladro si voltò di scatto, sorpreso. “Come hai fatto a trovarmi? Nessuno è mai riuscito a seguire le mie tracce!”

Calogero sorrise, avvicinandosi lentamente. “Il segreto non è inseguire, ma anticipare.”

E con un movimento rapido, bloccò Eugenio e lo legò con una corda che portava sempre con sé, pronto per consegnarlo alla polizia di Balandia. La Gemma Scintillante era salva, e Eugenio Depen, finalmente, aveva commesso il suo primo errore.

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