C’era una volta, in un angolo nascosto del mondo, un antico bosco conosciuto solo con il nome di “Il Bosco dei Sogni Perduti”.
Non compariva su nessuna mappa e nessuno ne parlava a voce alta. Solo coloro che vi si perdevano ne portavano la memoria, ma il ricordo si confondeva con il sogno. Tuttavia, chiunque mettesse piede in quel bosco non poteva fare a meno di percepire qualcosa di strano nell’aria: come se le foglie degli alberi fossero impregnate di segreti, sussurrati tra i rami da voci dimenticate.
Il bosco si estendeva per miglia e miglia, con alberi secolari dalle radici contorte che emergevano dal terreno come mani ossute. Questi alberi, però, non erano come quelli comuni. Le loro cortecce avevano strani riflessi d’argento al chiaro di luna, e i loro rami sembravano muoversi con una volontà propria, oscillando e agitando le foglie come se stessero cercando qualcosa.
Nel villaggio ai margini del bosco viveva una giovane ragazza di nome Elena. Elena aveva sempre sentito storie spaventose su quel luogo: si diceva che chi vi entrava non sarebbe mai più tornato, o peggio ancora, che avrebbe perso qualcosa di importante, senza mai sapere esattamente cosa. Nonostante queste leggende, Elena era sempre stata affascinata dal bosco. C’era una sorta di richiamo sottile, una voce quasi impercettibile che la invitava a esplorare i suoi segreti.
Una notte, in cui la luna piena brillava come un faro nel cielo, Elena sognò un’immagine nitida: una figura misteriosa con occhi brillanti che la osservava dal cuore del bosco. Quella figura sussurrava il suo nome, invitandola a seguirla. Quando si svegliò, il desiderio di scoprire cosa ci fosse nel bosco divenne irrefrenabile. Contro il volere della sua famiglia, decise che era giunto il momento di seguire il richiamo.
Prese una lanterna, un coltello per sicurezza e una piccola bussola che le aveva regalato suo padre. Con un respiro profondo, si avventurò tra gli alberi. Il silenzio nel bosco era surreale. Nemmeno gli uccelli cantavano, e il vento soffiava solo leggermente, come se il tempo stesso si fosse fermato.
Elena camminava lentamente, seguendo la strana sensazione di essere osservata. Man mano che si inoltrava, notava qualcosa di particolare: oggetti apparentemente normali erano sparsi tra i cespugli e le radici. Un giocattolo di legno rotto, un vecchio libro dalla copertina consunta, una sciarpa scolorita. Sembrava che il bosco raccogliesse cose dimenticate.
All’improvviso, vide una figura all’orizzonte. Era la stessa che aveva visto nel sogno: una donna avvolta in un mantello scuro, con lunghi capelli argentei che riflettevano la luce della luna. Gli occhi della donna erano profondi e pieni di una saggezza che superava i secoli. Elena, pur spaventata, si sentì attirata verso di lei.
“Chi sei?” chiese Elena con un filo di voce.
La donna sorrise, ma il suo sorriso non era rassicurante, piuttosto enigmatico. “Sono la Custode dei Sogni Perduti,” disse con una voce che sembrava provenire dagli alberi stessi. “Questo è il luogo dove finiscono i sogni che le persone dimenticano, i desideri che abbandonano e le speranze che perdono lungo la strada.”
Elena sentì un brivido percorrerle la schiena. “Perché sono qui?” domandò, pur sapendo in fondo al cuore di conoscere già la risposta.
“Perché anche tu hai perso un sogno,” rispose la donna. “Da bambina, avevi un desiderio, un sogno che ti guidava ogni notte, ma col passare degli anni lo hai dimenticato. Il bosco ti ha chiamata perché quel sogno è ancora qui, nascosto tra gli alberi.”
Elena si sentì sopraffatta. La Custode la osservava attentamente, come se potesse leggere ogni pensiero che attraversava la sua mente. Le parole di sua nonna le tornarono alla memoria: Non dimenticare mai i tuoi sogni, Elena. Il mondo può portarli via se li lasci andare.
“Posso ritrovarlo?” chiese Elena.
La Custode annuì lentamente. “Ma il cammino non sarà facile. Dovrai affrontare i tuoi timori, le tue perdite e ciò che hai rinunciato ad essere.”
Elena sapeva di non avere scelta. Decise di seguire la Custode, e insieme si addentrarono sempre più nel bosco. Mentre camminavano, il paesaggio attorno a loro cambiava. Gli alberi si fecero più scuri, le radici più intricate, e il terreno sembrava sprofondare sotto i loro piedi. Eppure, Elena non si fermava. La Custode la guidava attraverso un labirinto di ombre e misteri, fino a quando non giunsero a una radura.
Al centro della radura c’era un grande specchio d’acqua, tanto limpido da riflettere il cielo stellato. La Custode si fermò sulla riva e indicò il lago. “Qui giacciono tutti i sogni perduti,” disse. “Guarda nell’acqua e potresti trovare ciò che hai perso.”
Elena si avvicinò titubante e si chinò sul bordo del lago. Guardò il suo riflesso e, per un attimo, vide solo se stessa. Ma poi l’immagine cominciò a mutare. Le sue sembianze da bambina apparvero nell’acqua, con gli occhi pieni di curiosità e un sorriso ingenuo. In quella visione, vide se stessa mentre correva per i campi vicino al villaggio, sognando di diventare un’esploratrice, di scoprire luoghi lontani e misteriosi.
Un nodo le serrò la gola. Quel sogno lo aveva dimenticato da tanto tempo, inghiottito dalle responsabilità e dalle aspettative della vita quotidiana. Con il tempo, aveva smesso di credere in esso.
“Ritrova quel sogno, Elena,” la voce della Custode era calma ma decisa. “Non è mai troppo tardi per inseguire ciò che una volta ti rendeva felice.”
Mentre guardava l’acqua, Elena si sentì invasa da una strana pace. Il peso che portava sulle spalle da anni sembrava dissolversi. Si rese conto che il bosco non era un luogo di perdizione, ma di riscoperta. Era un luogo dove le persone potevano ritrovare parti di sé che pensavano di aver perso per sempre.
Con il cuore leggero, si alzò in piedi. La Custode la guardava con approvazione. “Il tuo viaggio non finisce qui,” disse. “Ora che hai ritrovato il tuo sogno, devi decidere come viverlo.”
Elena sorrise. Per la prima volta in tanto tempo, sapeva cosa voleva fare. Ringraziò la Custode e, con un ultimo sguardo al lago, si voltò per tornare al villaggio. Ma sapeva che, una volta uscita dal bosco, niente sarebbe più stato come prima.
Il Bosco dei Sogni Perduti aveva compiuto la sua magia. E mentre Elena tornava sui suoi passi, sapeva che avrebbe portato con sé non solo il ricordo di ciò che aveva ritrovato, ma la consapevolezza che i sogni, anche se dimenticati, possono sempre essere riscoperti.
E così, il bosco rimase lì, silenzioso e antico, in attesa di altri viaggiatori che, come Elena, avrebbero avuto il coraggio di ritrovare i propri sogni perduti.