L’Oracolo e le Bacche Magiche (Mae Nuvola) -

 

 

C’era una volta, in un mondo lontano e pieno di meraviglie, un paesaggio magico dove le montagne si ergevano alte come giganti addormentati, avvolti nelle loro coperte di nebbia soffice. I boschi erano così fitti che i raggi del sole facevano fatica a penetrare tra i rami degli alberi secolari. Era un regno così incantato che, attraversandolo, sembrava possibile incontrare folletti dispettosi che giocavano a nascondino tra le radici degli alberi o gnomi sornioni che sorvegliavano i sentieri segreti del bosco.

In questo mondo fantastico, vivevano creature straordinarie, ognuna con la propria storia, i propri misteri e magie. Erano sempre pronte a sorprendere i viandanti con avventure incredibili. Il più conosciuto tra di loro era il mago Furfante. Con la sua lunga barba intrecciata e un sorriso furbo, Furfante non era il solito mago serio e austero; amava giocare e fare scherzi. Con un colpo della sua bacchetta magica, creava unicorni luminosi che cavalcavano il cielo azzurro come palloni giganti. I draghi che evocava non erano pericolosi, ma creature simpatiche e giocose, capaci di riempire l’aria di scie colorate mentre volavano sopra i campi di fiori.

Poi c’era Lady Farfalla, una figura eterea e gentile, con ali multicolori che brillavano al sole. Ogni volta che appariva, i bambini sapevano che qualcosa di straordinario stava per accadere. Lady Farfalla non solo parlava con le farfalle, ma aveva il potere di far volare chiunque lo desiderasse. Bastava un tocco delle sue ali delicate, e i bimbi potevano librarsi nell’aria, planando dolcemente tra gli alberi, esplorando il cielo sopra il mondo incantato.

Tra questi personaggi c’era anche il re dei gatti, un felino maestoso dalla pelliccia dorata. Lui regnava su una legione di gatti magici, tutti intelligenti e misteriosi. Ogni sera, quando il sole tramontava, il re dei gatti organizzava corse e giochi incredibili per i bambini del regno, che si divertivano a rincorrere le ombre dei gatti sotto la luce della luna.

Ma il personaggio più enigmatico e misterioso di tutti era l’Oracolo. Nessuno sapeva con certezza chi fosse o da dove venisse, ma ogni creatura e ogni abitante del regno parlava di lui con riverenza. Si diceva che l’Oracolo potesse vedere tutto: il passato, il presente e il futuro. La leggenda narra che se un bambino avesse incontrato l’Oracolo e gli avesse posto una domanda, l’Oracolo avrebbe risposto con saggezza infinita, svelando i segreti più nascosti del mondo.

In una calda giornata d’estate, un gruppo di bambini del villaggio decise di intraprendere una grande avventura per cercare l’Oracolo. Si chiamavano Leo, Clara, Marco e Sofia, e insieme formavano un quartetto inseparabile. Erano curiosi, pieni di energia e desiderosi di scoprire i segreti che quel mondo incantato aveva da offrire. Avevano sentito parlare dell’Oracolo dalle storie raccontate dagli anziani, e un giorno decisero che avrebbero cercato di incontrarlo per porgli una domanda cruciale: dove trovare le bacche magiche, che si diceva avessero il potere di curare ogni malattia e proteggere da ogni male.

Il loro viaggio cominciò all’alba. Superarono fiumi impetuosi, attraversarono campi di fiori così alti da sembrare foreste, e cavalcarono unicorni che li portarono oltre le valli dorate. Durante il cammino incontrarono creature magiche che li aiutarono con doni e consigli. Un folletto gli offrì un manto di invisibilità per sfuggire agli occhi dei giganti di pietra che sorvegliavano i passi montani, mentre un gigante buono costruì per loro un ponte di pietre per attraversare un canyon profondo.

Dopo giorni di viaggio, finalmente arrivarono alla caverna dell’Oracolo. La grotta era oscura e silenziosa, con pareti coperte di antichi simboli che sembravano raccontare storie dimenticate. I bambini entrarono, il cuore che batteva forte dall’emozione e un pizzico di paura. La caverna era un labirinto di gallerie, e per ogni svolta sembrava che qualcosa di misterioso li osservasse da lontano.

Infine, arrivarono alla stanza più interna della caverna. Era una grande sala illuminata da una luce soffusa che sembrava emanare dalle stesse pareti. Al centro della stanza, su un trono di cristallo scintillante, sedeva l’Oracolo. Non era come lo avevano immaginato: non era né vecchio né giovane, né uomo né donna. L’Oracolo sembrava una figura fatta di luce pura, mutevole come il vento, e la sua voce, quando parlò, era come un’eco dolce che riempiva l’aria.

“Benvenuti, piccoli amici,” disse l’Oracolo. “Siete venuti da molto lontano per cercare delle risposte. Che cosa vi ha spinti a cercarmi?”

Con timore e rispetto, Leo prese la parola e raccontò all’Oracolo del loro desiderio di trovare le bacche magiche, che si diceva potessero curare ogni male e proteggere dalle vampate di calore che tormentavano il loro villaggio.

L’Oracolo ascoltò in silenzio, e poi, con una voce profonda e calma, rispose: “Le bacche che cercate crescono solo in un luogo, sulla sommità della montagna più alta del paesaggio magico. Ma attenzione, il viaggio non sarà facile. Incontrerete prove che testeranno la vostra pazienza, il vostro coraggio e la vostra amicizia. Solo se rimarrete uniti e manterrete la fiducia nel vostro cuore, potrete trovare ciò che cercate.”

I bambini ringraziarono l’Oracolo per la sua saggezza e, con nuovo coraggio, si misero in cammino verso la montagna più alta. Il viaggio fu lungo e pieno di sfide. Dovettero attraversare il Bosco del Tempo, dove ogni ora passata sembrava durare un’eternità. Incontrarono il Guardiano delle Nebbie, un essere fatto di fumo che cercava di farli smarrire, ma con l’astuzia riuscirono a superarlo. E poi, c’era il Drago delle Ombre, che cercava di spaventarli con le sue illusioni oscure, ma i bambini, tenendosi per mano, affrontarono la paura con coraggio, e il drago svanì come fumo al vento.

Finalmente, dopo giorni di cammino, raggiunsero la vetta della montagna. Là, tra le nuvole e sotto il cielo stellato, trovarono il cespuglio delle bacche rosse. Le bacche scintillavano come piccole gemme sotto la luce della luna. Con grande cura, i bambini raccolsero le bacche, sapendo che avrebbero portato guarigione e pace al loro villaggio.

Mentre scendevano dalla montagna, con il cuore colmo di gioia, sentirono una voce che sussurrava nel vento: “Ricordate, il vero potere non è nelle bacche, ma nella forza del vostro cuore e nell’amicizia che vi lega.”

E così, i bambini tornarono al loro villaggio, accolti come eroi. Le bacche magiche curarono le malattie e portarono nuova speranza, ma la vera magia era quella dell’avventura che avevano vissuto, della fiducia reciproca e del coraggio che avevano scoperto lungo il cammino.

Da quel giorno, la leggenda dell’Oracolo e dei quattro bambini coraggiosi si diffuse in tutto il paesaggio magico, insegnando a tutti che con il cuore aperto e la forza dell’amicizia, si possono superare anche le sfide più grandi.

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