C’era una volta, in un regno lontano, una bellissima principessa di nome Agnese. Il suo castello si ergeva su una collina, circondato da boschi magici, dove creature incantate danzavano sotto le stelle e i fiori sussurravano segreti alle fate. Ma c’era un’ombra oscura che incombeva su quel regno. Si diceva che un terribile drago, di nome Fuocofurente, dormisse tra le cime delle Montagne Oscure, pronto a scatenare la sua furia infuocata su tutto ciò che incontrava. Il popolo viveva nel terrore del suo risveglio.
Agnese non era solo bella, ma era anche coraggiosa, e il suo cuore batteva forte per il suo popolo. Mentre gli altri fuggivano solo al pensiero del drago, Agnese decise che qualcosa doveva essere fatto. “Non possiamo vivere nella paura per sempre,” disse ai saggi del regno. “Andrò io stessa a parlare con il drago.”
Prima di partire, la fata dei boschi, una creatura luminosa con ali di cristallo, apparve alla principessa. “Prendi questa spada magica,” disse, consegnandole una lama scintillante. “Non è una spada comune. Brilla di una luce che può vedere dentro il cuore delle creature. Ma ricorda, non sempre la spada deve essere usata per combattere.”
Con il cuore pieno di determinazione, Agnese partì verso le Montagne Oscure. Il viaggio fu lungo e pericoloso. Attraversò foreste misteriose, dove le piante parlavano e i fiumi cantavano melodie antiche. Incontrò creature mai viste: folletti birichini che le indicavano la strada, e giganti di pietra che la osservavano silenziosi mentre avanzava.
Quando finalmente raggiunse la grotta del drago, la montagna tremava sotto i suoi piedi. Dalla cima usciva un fumo nero, denso come la notte. Agnese, con il cuore che batteva forte, entrò nella caverna. All’interno, tra montagne di tesori scintillanti e gemme luccicanti, dormiva Fuocofurente. Il drago era una creatura maestosa: le sue scaglie brillavano come bronzo sotto la luce fioca, e le sue ali erano grandi come quelle di un castello. Ma la cosa più impressionante erano i suoi occhi, che sembravano contenere tutto il cielo stellato.
Quando il drago si svegliò, aprì gli occhi luminosi e scrutò la principessa. Con un ruggito potente, scosse la caverna. “Chi osa disturbare il mio sonno?” ruggì, e le pareti tremarono.
Ma Agnese non arretrò. Anziché estrarre la spada, si avvicinò al drago e parlò con una voce calma. “Sono venuta non per combatterti, ma per capire il motivo della tua rabbia.”
Fuocofurente la osservò con sospetto. Era abituato a cavalieri che cercavano di sconfiggerlo, ma mai nessuno si era avvicinato a lui con gentilezza. “Io non sono arrabbiato,” disse, “sono solo… solo.”
Agnese capì che il drago, nonostante la sua forza e potenza, era solo una creatura triste. Fuocofurente non aveva amici, nessuno con cui parlare, nessuno che lo capisse. La sua rabbia era solo il riflesso della sua solitudine.
“Non devi essere solo,” gli disse Agnese con un sorriso. “Il tuo potere è grande, ma la tua gentilezza lo può essere ancora di più. Vieni con me nel regno, e conoscerai il calore dell’amicizia.”
Il drago la guardò sorpreso. Nessuno gli aveva mai offerto una possibilità di essere altro che una bestia temuta. Dopo un lungo silenzio, il drago abbassò la testa e disse: “Se davvero credi che io possa essere altro che una creatura temibile, allora ti seguirò.”
Agnese e Fuocofurente tornarono al castello insieme. All’inizio, la gente aveva paura, ma presto capirono che il drago non era più una minaccia. Con il tempo, Fuocofurente divenne una figura amata e rispettata. Aiutava i contadini con il suo grande respiro a riscaldare le terre durante i rigidi inverni e volava alto nel cielo, vegliando sul regno. La sua potenza non era più usata per seminare paura, ma per proteggere e portare gioia.
Le creature del bosco organizzarono una festa in suo onore, con luci scintillanti appese agli alberi e musiche dolci che riempivano l’aria. I bambini ridevano e correvano intorno a Fuocofurente, che, con un soffio gentile, faceva danzare scintille nel cielo come fossero piccole stelle.
Fu così che il drago, un tempo temuto da tutti, divenne il custode della pace, e la sua leggenda si diffuse in tutto il mondo. Ogni notte, mentre volava alto nel cielo, le stelle sembravano brillare più luminose, quasi a indicare che anche le creature più spaventose possono trovare la loro luce.
E così, il regno visse felice e in armonia, con una principessa dal cuore puro e un drago che, grazie all’amicizia, aveva trovato il suo posto tra le stelle.